Spider-Man: Across the Spider-Verse | Recensione: l’animazione al suo apice

Spider-Man: Across the Spider-Verse - Locandina italiana del film

Sono passati ben cinque anni dall'uscita di Spider-Man: Un nuovo universo (Spider-Man: into the Spider-Verse), il film prodotto dalla Sony Pictures Animation che balzò agli onori della cronaca per aver rivoluzionato l'animazione con la sua stupenda tecnica mista e che fu, giustamente, riconosciuto anche con l'Oscar al Miglior film d'animazione.

Dopo tanta attesa, torna in sala quel mondo coloratissimo e fumettoso che contraddistinse il primo film: Sony e Marvel hanno infatti portato in sala Spider-Man: Across the Spider-Verse, sequel diretto che prosegue la storia alcuni anni dopo gli avvenimenti già narrati.

Spider-Man: Across the Spider-Verse - Fermo immagine

Questo lungometraggio (di ben 140 minuti di durata) fin dalla prima sequenza risucchia gli spettatori grazie alla sua tecnica stupenda e impressionante: rispetto al primo capitolo, qui la l'animazione è davvero portata al limite, rendendo il film una vera e propria opera d'arte. L'impressione è che, se nel primo capitolo si era fatto un salto nel buio innovando il medium, in quest'opera il team di produzione, ormai conscio dell'apprezzamento riscontrato, abbia premuto fino al fondo l'acceleratore, senza nessun remore o paura di sbagliare. Ciò si vede in moltissime scene, che siano d'azione o meno: l'animazione viene davvero impiegata per trasmettere al meglio le emozioni del momento, andando anche a rendere astratti fondali e colorazioni.

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La regia nel mentre ha visto un cambio di staff, Spider-Man: Across the Spider-Verse è infatti diretto da Joaquim Dos Santos, Kemp Powers (già co-regista e sceneggiatore di Soul) e Justin K. Thompson, un trio che, nonostante all'attivo non abbiano molti titoli o esperienze da registi, è stato in grado di confezionare un prodotto di altissimo livello, con tante sequenze riuscite e un montaggio mozzafiato. In tal senso però si può anche fare una critica: il fatto di aver esagerato di tanto in tanto con il ritmo. Ciò non permette di leggere sempre tutti quei balloon che compaiono a schermo, il che è un peccato, essendo questa una trovata simpatica e che ben s'inserisce nella “fumettosità” del prodotto.

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Passando invece alla storia, questa si mantiene coerente e convincente come nel primo film; nonostante la complessità di un argomento come il multiverso possa facilmente portare a confusione, gli sceneggiatori Phil Lord e Christopher Miller (già scrittori del primo film, ma anche di LEGO Movie e Piovono Polpette), affiancati da David Callaham (prima esperienza con un film animato), sono riusciti a sviluppare una trama in modo lineare e comprensibile. 

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Essendo questo un sequel, posso dire poco senza rischiare di fare spoiler, ma vi basterà sapere che si tratta di un ritorno di Miles Morales e Gwen Stacey un anno e mezzo dopo il finale del precedente film: i nostri eroi avranno a che fare con nuovi nemici e un’esplosione del concetto di multiverso, poiché se nel primo film comparivano una cricca di spider-persone, qui ne avremo a centinaia.

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Tutta questa storia però è solo una parte del film, in esso troviamo infatti una maturità e solidità che mi hanno stupito positivamente: l'opera tratta diverse tematiche come l'accettazione di sé stessi, la famiglia e la genitorialità, ma anche ciò che comporta la perdita di chi si ama e delle proprie certezze. È un film che si rivolge ad un pubblico che parte dagli adolescenti (penso che un bambino non lo apprezzerebbe appieno) per parlare anche agli adulti, specie ai giovani genitori. Tutto ciò viene svolto grazie ad una pregevole costruzione dei personaggi, i quali interagiscono tra di loro grazie a dei dialoghi molto riusciti, capaci di passare senza problemi dal comico al serio quando si rende necessario.

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Prima di terminare, piccolo cenno alla colonna sonora: composta da brani di musica elettronica e sempre molto ritmata, ma anche molti brani cantati, riesce ad enfatizzare ancora di più sia i momenti concitati che quelli riflessivi, fungendo da legante indissolubile al rapido montaggio.

Per concludere, Spider-Man: Across the Spider-Verse è un prodotto che lascia il segno: un film in tutto e per tutto figlio dei nostri tempi in cui la cultura pop e l'inclusività sono presenti in massa, senza però renderli forzati come spesso accade in opere degli ultimi anni. Uscito dalla sala sono rimasto genuinamente entusiasta, con la voglia di riguardarlo ancora per poter assistere di nuovo quelle scene così artisticamente e tecnicamente stupende.

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Certo, il film alcune volte può essere fin troppo frenetico e il fatto di avere un finale monco ha dato fastidio a molti (sicuramente la comunicazione su questo non è stata chiara) ma almeno ci possiamo rincuorare con il fatto di poterci nuovamente immergerci in questo folle mondo grazie al sequel, in uscita nel 2024.

Voto: 9,5

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Fonte immagine copertina: www.comingsoon.it

Note a margine: come si può evincere dalla recensione questo film mi è davvero piaciuto molto e così alla fine sono tornato a vederlo al cinema. La seconda visione me la sono goduta quanto la prima, perché mi ha permesso di soffermarmi meglio su certi dettagli e scelte tecniche e registiche.

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