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Suzume | Recensione: Il trauma della perdita

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L’ormai celebre Shinkai Makoto porta in sala una nuova opera con la quale cerca di innovare (ma solo in parte) le tematiche affrontate, l'esperimento può dirsi riuscito? Visionando questo lungometraggio di poco più di due ore troviamo alcuni cliché a cui il regista ci ha ormai abituato: la storia tratta infatti di una liceale del Kyūshū (l'isola maggiore più a sud del Giappone) che da un giorno all'altro s'imbatte in un ragazzo affascinante. Proprio l'invaghimento la porterà a seguirlo, scoprendo così l'esistenza di porte che conducono in luoghi misteriosi, ma dalle quali possono uscire anche forze maligne. La trama per come l'ho raccontata potrebbe sembrare una delle solite già viste nei film di Shinkai, con i soliti inserti romantici e momenti strappalacrime. In questo caso però l’autore, che ha anche curato la scrittura, ha invece cercato di inserire un ulteriore elemento che va ad ampliare e rendere più profonda la narrazione. Suzume ( Suzume n